Col club Viola il Franchi è a Bruxelles: “Montella, riportaci in Europa”
Tifo e vino toscano scaldano la sede del gruppo estero più numeroso del continente. Tra i suoi membri anche l’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici
Tifo e vino toscano scaldano la sede del gruppo estero più numeroso del continente
Tra i suoi membri anche l’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici
Quando la Fiorentina scende in campo di solito è ‘il Piccioli’ ad arrivare per primo nella sede. Il ristorante “La fattoria del chianti” di rue Archimède è chiuso quando il presidente del Viola club Bruxelles, Alessandro Piccioli, entra per sistemare la sala col televisore. Non essendoci nessuno fa un po’ freddo, ma a riscaldare l’ambiente ci penseranno il calore dei tifosi e un buon bicchiere di vino, toscano, inutile dirlo. Il ristorante lavora solo a pranzo nei giorni feriali, e così il tifosissimo proprietario, Leandro Daniele, lo ha messo a disposizione del club per le partite di calcio, trasformandolo in un piccolo Artemio Franchi in terra straniera. “Siamo il club estero della Fiorentina più numeroso d’Europa” rivendica con orgoglio Alessandro. I primi passi il gruppo, il cui cui simbolo è un Manneken Pis vestito con la maglia della Fiorentina, li ha mossi nel 2007 al solito Fat Boy di place Luxembourg: “Eravamo ancora pochi all’epoca, avevamo una specie di accordo col proprietario che ci permetteva di guardare la partita ogni volta che la Viola scendeva in campo. Solo che eravamo tutti ritardatari, e così un giorno arrivammo a partita iniziata e trovammo che nella nostra saletta c’erano tre tifosi bianconeri che guardavano la Juventus. Un affronto inaccettabile per noi”. La rivalità tra le tifoserie delle due squadre è storica e forte, probabilmente il gestore neanche lo sapeva, fatto sta che non li ha mai più rivisti.
Il club è nato dall’aggregazione di alcuni piccoli gruppi di ragazzi che si riunivano, ognuno per proprio conto. “Il successo fu immediato, già un mese dopo la fondazione c’erano 45 affiliati che sono poi diventati una sessantina nel corso della prima stagione, oggi siamo 72”. Ma a Bruxelles le persone vanno e vengono, il club viene trovato dai nuovi emigranti grazie al suo sito internet. “Spesso ci contattano anche dei turisti che vengono a Bruxelles per pochi giorni ma non vogliono perdersi la partita”.
Tra gli iscritti ci sono due affiliati “eccellenti”: sono gli eurodeputati Niccolò Rinaldi e Leonardo Domenici. “Due adesioni che ci fanno molto piacere, soprattutto quella di Domenici a cui noi tifosi siamo molto legati. Non dimentichiamoci che fu lui a salvare la nostra squadra in seguito al fallimento”. Dopo gli anni d’oro di Baggio, Batistuta e Rui Costa nel 2001 il tribunale decretò il fallimento della Fiorentina, e fu proprio l’allora sindaco Domenici a rifondarla e a convincere i Della Valle ad acquistarla.
Uno dei momenti più significativi della storia del club è stato l’incontro con Chantal Borgonovo, moglie di Stefano Borgonovo, ex calciatore che da anni lotta coraggiosamente contro la Sla e che nell’88-89 formò una formidabile coppia d’attacco col ‘codino’ Baggio, una coppia da 29 gol che venne soprannominata la ‘B2’. “Lei era a Bruxelles, per partecipare alla conferenza stampa sul lancio del progetto ‘Clean sport’. Ne abbiamo approfittato per offrirle una sciarpa del club, lei ci promise che l’avrebbe portata a Stefano”.
Superati gli anni bui delle serie minori, proprio quando fu fondato il club la Fiorentina ritornò nel grande palcoscenico europeo, e i tifosi di Bruxelles l’hanno seguita nelle partite di Coppa Uefa del 2008 e 2009, le ultime edizioni prima che la competizione diventasse Europa League. “La prima trasferta che abbiamo organizzato è stata quella del 2008 a Eindhoven contro il Psv, riempimmo un pullman di tifosi. Vittoria nei quarti di finale con una doppietta di Mutu, una gioia grandissima. L’anno dopo siamo stati ad Amsterdam ma li il finale è stato più amaro”. Un pareggio per 1 a 1 con l’Ajax ed eliminazione ai sedicesimi, vista la vittoria degli olandesi all’andata a Firenze.
“Ma la trasferta più bella è stata quella all’ultima di campionato della stagione 2007/2008. Eravamo in pochi e andammo a Torino nella curva Maratona grazie ai “fratelli” torinesi che ci fecero entrare con le loro tessere. Siamo partiti in macchina da Bruxelles, ci siamo fatti 2mila chilometri in poco più di 24 ore, ma ne è valsa la pena. Vedere dal vivo la rovesciata di Osvaldo che ci ha riportato in Champions è stata una cosa meravigliosa”. La Fiorentina di Prandelli si giocò quell’anno la qualificazione ai preliminari di Champions League scendendo in campo proprio contro la squadra con cui i viola sono gemellati. Cross al centro di Jørgensen al 30simo del secondo tempo, stop di testa dell’italo-argentino, sforbiciata spettacolare e tutta Firenze in visibilio. “Quest’anno la squadra sta giocando bene e c’è di nuovo grande entusiasmo tra di noi. Chissà che Montella non ci porti di nuovo in Europa, noi siamo già pronti a partire”.
Alfonso Bianchi